Il chiarimento di Arpa
In passato Arpa Lombardia, l’agenzia regionale che tra le altre cose si occupa della lotta contro l’inquinamento atmosferico, ha già messo in guardia sull’affidabilità della classifica pubblicata da IQAir. A marzo 2023 infatti era già circolata la notizia secondo cui all’epoca Milano era la terza città più inquinata al mondo. Sul suo sito ufficiale, Arpa aveva spiegato che i dati pubblicati da IQAir non corrispondevano per la maggior parte dei casi «ai valori rilevati dalle stazioni della rete di monitoraggio regionale gestita da Arpa Lombardia».
«In generale, esistono sul mercato diversi strumenti che permettono di stimare i livelli di inquinamento presenti nell’aria. Tali strumenti sono però basati su metodi di misura anche molto diversi tra loro. Inoltre, non sempre sono utilizzati attuando le procedure di controllo e assicurazione di qualità del dato, che garantiscano di minimizzare l’incertezza sui valori forniti», aveva scritto Arpa. «Anche i costi di acquisto, di gestione e di manutenzione di questi strumenti possono essere molto diversi tra loro, andando da poche centinaia di euro per quelli più semplici e senza necessità di gestione, a decine di migliaia di euro per quelli più sofisticati con costi di gestione superiori ai mille euro per ogni anno di attività, in relazione alle operazioni di controllo da effettuarsi».
Secondo Arpa, «tutti questi strumenti possono dare indicazioni di prima approssimazione sull’andamento degli inquinanti», ma «il valore specifico rilevato spesso risente di interferenti (quali per esempio, ma non solo, l’umidità) che possono portare a sovrastime o sottostime importanti».
Nell’articolo di chiarimento pubblicato sul suo sito ufficiale, Arpa Lombardia aveva invitato a «fare molta attenzione nel comparare i risultati» raccolti in varie città, spiegando che un «confronto è sostenibile solo se vengono utilizzati metodi di misura coerenti con le norme di riferimento e con le procedure di controllo e assicurazioni di qualità necessarie». Tra le altre cose, i metodi per la raccolta dei dati devono essere certificati e ponderati.
Una delle critiche fatte da Arpa Lombardia a IQAir, sebbene l’azienda svizzera non fosse esplicitamente menzionata, riguardava il confronto sulla concentrazione del PM2.5 nell’aria. Secondo l’agenzia regionale il periodo di riferimento corretto per stabilire la concentrazione del particolato fine e del PM10 (particelle con un diametro fino a 10 micrometri) sarebbe un giorno completo e non un’ora, come invece fa la classifica della società svizzera.
Questo non significa che la qualità dell’aria di Milano in questi giorni sia buona, anzi. Per esempio nella stazione di rilevamento in Via Senato, in centro a Milano, nella settimana tra il 13 e il 19 febbraio il valore limite giornaliero per il PM10 è stato superato sei volte (Grafico 1).