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Salva Milano, scaramucce Sala-FdI: “Calcoli politici”. “Pd anti-Beppe”. I Verdi: non voteremo il condono

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Il teatrino della politica. Sul Salva Milano le posizioni dei partiti di centrosinistra e di centrodestra sembrano seguire quelle logiche tutte politiche che spesso sfuggono ai semplici cittadini. Partiamo da Fratelli d’Italia, che dopo aver votato il Salva Milano alla Camera annuncia che è pronto a sfilarsi dal voto al Senato nel caso in cui il Pd e gli altri partiti che appoggiano la maggioranza di centrosinistra in Comune non votino compatti per il decreto che potrebbe sbloccare lo stallo nell’urbanistica milanese.

Posizione tattica, quella del partito di Giorgia Meloni, che non piace al sindaco Giuseppe Sala: “L’altro ieri (martedì, ndr), nella mia audizione in Senato, ho detto che è un dibattito triste perché è solo politicizzato, mentre noi stiamo chiedendo tecnicamente, al Parlamento, di esprimersi rispetto a una questione che è eminentemente tecnica. Dopodiché, che i partiti prendano queste posizioni purtroppo nel gioco politico ci sta. Rimane il fatto che noi chiediamo un’interpretazione tecnica della norma al Parlamento. Assisto, dunque, a queste scaramucce, ma per quanto mi possa dispiacere non so cosa farci”.

In Consiglio comunale, intanto, è depositato un ordine del giorno della Lega in cui si chiede di sostenere il Salva Milano. Il primo cittadino lo sa e spera che il Pd riprenda il mano la situazione e proponga di approvare un atto pro-Salva Milano nell’assemblea di Palazzo Marino e il decreto in Senato: “Certo che mi aspetto un sostegno, ma non posso decidere per altri. L’ho detto chiaramente, mica con mugugni o messaggi di nascosto. Mi aspetto che la maggioranza che mi appoggia sostenga il lavoro che abbiamo fatto insieme. Vedremo quale sarà la realtà. Detto ciò, sono totalmente tranquillo, anzi motivato per il bene di questa città ad andare avanti e a lottare e a dare una lettura onesta e coerente di tutto quello che abbiamo fatto”.

Il capogruppo della Lega Alessandro Verri parte in pressing: “Ci auguriamo che il Consiglio comunale possa votare nel più breve tempo possibile l’ordine del giorno da noi proposto sul Salva Milano e che questo atto sia condivido da un’ampia maggioranza. Se così non dovesse accadere allora il sindaco Sala si dovrebbe dimettere un istante dopo per manca di fiducia da parte della sua stessa maggioranza. Noi abbiamo fatto la nostra parte per salvare Milano ora il Pd ci dica cosa vuole fare”.

Ma il Pd, a livello nazionale e locale, per ora è fermo ai box.

Una scelta che il deputato milanese di FdI Stefano Maullu legge in un’ottica tutta politico-elettorale: “Per il Pd il Salva Milano diventa l’occasione di distacco dal “suo“ sindaco e l’avvio di una fase di costruzione di un nuovo candidato e di politiche diverse per la città. Tuttavia, questo non servirà alla coalizione di governo di Milano a guida Pd per sfuggire dalle proprie responsabilità, ovvero quelle di non aver saputo interpretare l’anima autentica di Milano e di aver messo in difficoltà la città”. La replica del segretario metropolitano del Pd Alessandro Capelli non si fa attendere: “Il Pd è impegnato a lavorare per la città con il sindaco Sala. Dalla destra quante parole inutili”.

Il consigliere comunale dei Verdi Carlo Monguzzi, infine, sottolinea: “Per essere chiari verso le ultime uscite del teatrino della politica. Verso FdI che dice che non voterà la legge se non la voteranno tutti i partiti del centrosinistra. Noi no, è neanche Avs. Verso il sindaco che prima dice che è stato tutto giusto, poi scarica su Maran e minaccia il Pd, e ora riminaccia il Pd e scarica su Pisapia”.