Sono 11.565 gli ucraini accolti a Milano nei Cas o presso famiglie, la comunit di Kiev cresciuta del 60%. Il sistema dell’accoglienza coordinato dalle prefetture lombarde sar supportato e ampliato dalla Protezione civile
Sono 479 gli ucraini attualmente ospitati nel circuito dell’accoglienza milanese coordinata dalla prefettura, accolti nelle strutture del terzo settore convenzionate come centri di accoglienza straordinaria (Cas). Ottocentocinquanta dall’inizio del conflitto. Altri 11.086 hanno trovato una sistemazione presso amici o parenti: la stragrande maggioranza. Per un totale di 11.565 ucraini accolti in citt nei Cas o presso famiglie (considerando che la comunit ucraina milanese conta 19.656 residenti, significa un aumento in numero di quasi il 60%). Ma con quale supporto? Come funziona il meccanismo dei contributi? Il sistema oggi in gestione alle singole prefetture verr supportato e ampliato dalla Protezione civile a partire dalla prossima settimana.
Contributi, famiglie e terzo settore
Andiamo con ordine. I contributi sono previsti per i richiedenti asilo che hanno provveduto autonomamente alla loro sistemazione e, in caso opposto, per le strutture del terzo settore che li ospitano. Ai primi il governo ha promesso un contributo di 300 euro al mese e di 150 per i bambini. Per quanti invece sono accolti nelle strutture previsto un contributo giornaliero agli enti convenzionati come Cas presso la prefettura. Dalla prossima settimana dovrebbe essere attivata anche la piattaforma nazionale della Protezione civile che aiuter a raccogliere offerta da un lato e bisogni dall’altro: il contributo, di 33 euro al giorno per profugo ospitato, andr agli enti che parteciperanno ai bandi per reperire ulteriori 15.000 posti in tutt’Italia (a questi potranno partecipare anche le tante famiglie solidali che hanno gi aperto le loro case o che sono intenzionate a farlo: dovranno rivolgersi alle associazioni del terzo settore o agli enti religiosi e, se idonei, saranno inseriti nella loro rete).
Centri di accoglienza e Caritas
Al momento, quindi, tutto ancora gestito dalle prefetture, che danno il contributo alle strutture convenzionate come Cas. La Caritas ambrosiana, per esempio, ha firmato con la prefettura una convenzione per l’accoglienza a Casa Monlu e in alcuni appartamenti messi a disposizione dalle parrocchie: sta ospitando 140 ucraini, per i quali riceve un contributo di 28 euro per Casa Monlu e di 24 per gli appartamenti. Inoltre supporta con fondi autonomi una rete di ulteriore accoglienza nelle parrocchie non convenzionata con la prefettura, per altri 260 ucraini. L’attuale accoglienza degli ucraini, spiegano dalla Caritas, configurata come estensione della convenzione come Cas gi in essere precedentemente. Partecipando ai bandi della Protezione civile, invece, il contributo sar di 33 euro. A questo si aggiunge il bacino immenso di famiglie che hanno manifestato la volont di accogliere in casa gli ucraini in fuga. La Caritas ha raccolto quasi 2.700 disponibilit nella diocesi di Milano, ma per ora un canale che rimasto non attivo: si iniziato dai Cas, appunto.
La Protezione civile
Gioved il capo dipartimento della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio ha incontrato le prefetture e i comuni che si stanno facendo carico di questo importante sforzo — spiega l’assessore comunale al Welfare Lamberto Bertol —. Dalla prossima settimana speriamo di poter avere il supporto della piattaforma nazionale della Protezione civile che ci aiuter a raccogliere l’offerta di accoglienza e fare il match con le famiglie bisognose di alloggio. Nei prossimi giorni il Comune concluder le procedure per l’apertura di un nuovo centro di accoglienza in via Sammartini. Abbiamo ribadito — dice Bertol, riprendendo l’appello fatto anche dalla Regione — l’importanza di un sostegno a chi ha aperto la propria casa (la Lombardia ospita il 40% dei profughi ucraini d’Italia). Sono proprio le famiglie ospitanti quelle che al momento non ricevono contributi: Emergency Milano, che dal primo giorno in contatto con la Prefettura per eventualmente convenzionarsi come Cas — spiega il referente per l’accoglienza Marco Latrecchina — le sta sostenendo, perlomeno con un supporto alimentare. In una emergenza che, al 44esimo giorno di guerra, non d segnali di rientrare.
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9 aprile 2022 (modifica il 9 aprile 2022 | 09:07)
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